Nazionale

Uisp Friuli: "Liberi di giocare", spazio allo sport di cittadinanza

Il 25 gennaio incontro su sport e inclusione con la ministra Kyenge, la presidente regionale Serracchiani e Debetto, Uisp

“Udine oggi – Prospettive di inclusione in Comune”, è il titolo dell’incontro che si è svolto a Udine sabato 25 gennaio, sul tema dell’integrazione attraverso lo sport. L’evento è stato organizzato dall’amministrazione comunale di Udine in collaborazione con la Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) e la Uisp. All’incontro hanno preso parte il sindaco di Udine, Furio Honsell, la presidente della Regione, Debora Serracchiani, la ministra per l’Integrazione Cecile Kyenge e la presidente dell’Uisp Friuli Venezia Giulia, Elena Debetto.

“Devo veramente ringraziare tutti i territori e gli amministratori perchè hanno dato un contributo molto grande al lavoro del ministero dell’Integrazione”, così la ministra Kyenge ha commentato la ”Carta di Udine”, documento in cui l’amministrazione comunale le ha presentato le buone prassi in tema di inclusione sociale, mettendole a disposizione del Paese e chiedendo al governo più competenze per gli enti locali sull’istruttoria burocratica relativa ai permessi di soggiorno. ”Come ministero stiamo lavorando – ha detto Kyenge – ad un piano strategico per l’integrazione che deve contenere tutto ciò che viene dai territori, mettendo in rete tutte le buone pratiche e dunque questa carta di Udine sarà molto utile per l’elaborazione del lavoro che stiamo facendo”.

“Non è difficile comprendere perché in questa mattinata in cui si è discusso di diritti, si sia parlato anche di sport – ha detto Elena Debetto - Ma come si può veramente ritenere lo sport uno strumento di integrazione? Non possiamo più nasconderci (lo Stato, gli enti locali, il privato sociale, il mondo dello sport in tutte le sue declinazioni) dietro simpatici tornei tra diverse etnie, singoli progetti, singole manifestazioni. Ci troviamo in un sistema ipocrita che esprime inclusione a parole ma esclusione nelle norme. Non c’è dolo: queste regole restrittive si devono a problemi reali, interessi da tutelare, retaggi storici che hanno lasciato segni. Gli sport più recenti hanno regolamenti più aperti, quelli più antichi meno”.

“Se integrarsi vuol dire qualcosa di più che avere un lavoro e rispettare le norme, se vuol dire godere anche degli stessi diritti, degli stessi privilegi, allora l’accesso allo sport diventa una cosa di cui occuparsi anche in una sede come questa – ha concluso Debetto - Le nostre richieste/proposte sono semplici: garantire il diritto alla pratica sportiva; arrivare ad un completo abbattimento delle barriere di accesso alla pratica sportiva di base e dilettantistica in particolare per alcuni soggetti (seconde generazioni, rifugiati, richiedenti asilo); promuovere un processo culturale che applichi l’integrazione attraverso lo sport. Per realizzare questo percorso c’è bisogno di un quadro normativo nazionale (una nuova legge sullo sport, una nuova legge sullo ius soli) ma anche di un’azione forte dell’amministrazione regionale e degli enti locali affinché sostengano di più e meglio lo sport di cittadinanza anche a discapito degli eventi di sport e delle manifestazioni e poi dell’apporto convinto di tutto il mondo dello sport (CONI, Federazioni sportive, Enti di promozione sportiva) per superare le barriere esistenti”.

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Nella foto: la ministra Kyenge ospite dei Mondiali Antirazzisti 2013